Marathon des Alpes Maritime: un week end da leoni

Un week end lungo e molto divertente, posso solo riassumere così quanto ho appena vissuto.

Se avessi avuto la macchina fotografica incorporata negli occhi avrei fatto milioni di scatti. Ho visto posti bellissimi e sorrisi radiosi. Ho visto i keniani passare al passaggio della mezza, dove avevo il punto di stambio staffetta con Jessica, a 1h05 (e finire la maratona in 2h10).

Ho conosciuto persone fantastiche e ho riso tantissimo.

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Intanto vi dirò un paio di “verità” che ho scorperto questo week end:

  • ho corso la Marathon des Alpes – mi sono spacciata per runner di questa gara per ben due volte (facendo la sborona) senza specificare che avrei fatto la mezza e non la maratona
  • sono molto più importante del tempo di un Garmin, quando ho ricevuto il cambio testimone da Jess ci siamo abbraciate e lei aveva dimenticato di stoppare il tempo… un dramma da veri intenditori
  • ho 50 anni, ma non li dimostro, ma non ho ancora capito se era un complimento oppure no

Cosa raccontarvi? Sarebbe veramente riduttivo dirvi che è una gara da fare assolultamente, soprattutto da me – che fin’ora ho partecipato a poche manifestazioni di carattere internazionale. Ma a Cannes (e a Nizza per il ritiro pacchi) si respirava un’aria di pura festa.

Il villaggio a Nizza era ben organizzato e con tutti gli stand all’intreno che promuovevano gare in ogni dove, c’era solo l’imbarazzo della scelta per il prossimo viaggio. Il sabato pomeriggio, complice il tempo stupendo, siamo state anche in spiaggia a pucciare i piedi.

Mentre il percorso della Maratona era veramente mozzafiato: una prima mezza pianeggiante che ti illudeva sulle falsità sentite riguardo la difficoltà del percorso e una seconda parte della gara che affiancava la costa all’interno delle sue città medievali con saliscendi da spezzare le gambe.

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Con tutti quelli con cui ho parlato, nessuno è riuscito a portare a termine la gara con il tempo desiderato, ma tutti avevano la gioia d’averla finita. Perchè durante il percorso abbiamo visto molti alteti doloranti, che mollavano e che camminavano.

La nostra maggiore soddisfazione è stata proprio quella di terminare la gara tanto sognata e vi viverla come l’avevamo progettata: ridendo e con la voglia di stare assieme.

IMG_4373Ho addosso ancora l’euforia e l’adrenalina di questi giorni. Ho scaricato tantissime foto, me ne hanno inviate altrettante e sono in attesa di quelle ufficiali della gara.

Che dire ora? Beh, il Progetto Matte In Fuga termina qui, a Cannes. Avete sognato con noi in questo percorso lungo quasi un anno e vi abbiamo portato con noi lungo i 42 chilometri.

Grazie a tutti, sarò rindondante, ma ci siamo veramente divertite!

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Stay hungry, stay foolish

“Stay hungry, stay foolish” questa frase, ma soprattutto questo discorso di Steve Jobs mi è sempre piaciuto.

Mi piace pensare che il bello debba ancora venire e che continuando a stare in movimento tutto il meglio arriverà, sempre.

A pochi giorni dalla partenza… pochi giorni fa proprio paura… abbiamo controllato la prenotazione alberghiera ed abbiamo pianificato il viaggio e “sistemato” i bambini.

Alloggeremo a Cannes, all’arrivo della maratona per due motivi semplici: fa figo dormire a Cannes (ed abbiamo trovato un’offerta davvero “che non potevamo rifiutare”) ed è comodo poter fare la doccia dopo il nostro arrivo e prima del lungo ritorno a casa. Saranno tre giorni pieni di tutto, dalle ansie alle risate, ma soprattutto dalla voglia di correre la gara tanto sognata da un anno.

Saranno 21km a testa, 21 chilometri di pensieri, passioni e panorami stupendi.

Abbiamo scoperto che correranno a questo evento tantissimi amici, ci sarete anche voi? dai palesatevi 😀

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Inizia il contro alla rovescia, novembre si avvicina

Il calendario parla chiaro, mancano 4 (QUATTRO) settimane alla gara che attendo da un anno: la Marathon des Alpes, che correrò in staffetta 2×21 insieme all’altra matta Jessica.

E la tabella d’allenamento non mente, dovevo fare un’altra mezza prima di partire, in settembre. Dovevo consolidare le gambe alla distanza e impostare una strategia di gara. Perché il “mio tratto” sarà quello poco pianeggiante, tutti i sali/scendi che da Antibes portano a Cannes.

La scelta di questo tratto di strada è stato pensato non per il percorso, tra l’altro per tutti i 42 chilometri con un panorama stupendo, ma solo perché a me non piace svegliarmi presto la mattina ed invece Jessica preferisce togliersi subito il dolore del dente. Scherzi a parte, quando abbiamo deciso come dividerci la staffetta non avevamo guardato l’altimetria del percorso e quindi ora mi tocca “picchiare duro” sulle gambe.

In previsione di questo percorso poco pianeggiante decido in luglio di provare una gara di 13km bellissima tra i colli della Franciacorta e la seconda settimana di settembre provare la mezza a Monza, dove nel tracciato ci sono tutti i sottopassi del circuito automobilistico.

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Quella domenica mattina, mi preparo molto presto e (anche questa volta insieme alla mia socia) ci troviamo sul piazzale della partenza ben 2 ore prima. Questo anticipo però è volato in fretta: ho avuto modo di conoscere di persona un sacco di ragazzi della squadra (gli Happy Runner) e che avevo solo incontrato con Facebook o tramite il blog. Ho dato finalmente un volto reale a tutte quelle persone che mi commentano, mi incitano e mi seguono tramite le app.

Wow che bello, ho un’euforia addosso, non mi rendo conto da li a poco avrei dovuto correre 21km. Faccio foto, selfie, chiacchiero e incito… ma arriva l’ora di entrare in griglia e arriva l’ansia.

Jessica mi lascia per fare la sua gara lunga e veloce e io mi trovo sola, devo capire come voglio fare. Sicuramente vorrei provare a farla sotto le 2 ore. Vorrei provare a fare meglio di Milano Marittima e avvicinarmi ai tempi della Stramilano, anche se non sono in forma come allora.

Punto il peacer delle 2 ore, mi ci aggrappo quasi fisicamente e mi porta fuori dal muro di gente che ci circonda per almeno 3/4km dopo le gambe vanno, fluide e mi ritrovo con belle sensazioni. Se prima il mio obiettivo era di finirla, ora capisco che ce la posso fare, posso portare a termine la gara senza piangere sul tempo fatto.

Nel frattempo trovo di fianco a me una ragazza che ha il mio stesso passo: un po’ avanti lei, un po’ tiro io. Al 10° km stacchiamo i pacer ed iniziamo a sorriderci e parlare, scoprendo di avere le stesse tabelle di marcia in allenamento, lo stesso PB ed il rientro da un infortunio, vogliamo entrambe provare a finire entro le 2 ore e decidiamo in un sodalizio sportivo.

Il percorso è veramente ostico e piove anche tantissimo. I sottopassi sono molto ripidi e dentro il parco troviamo anche delle salite naturali che affronto con grinta per non rischiare di mollare e camminare.

Ho paura di una mia crisi al 15°, i tempi si alzano un pochino. Devo migliorare questo aspetto, anche nelle altre due gare quel muro era lì davanti e insormontabile, però riesco a riprendermi in fretta e qualche chilometro dopo sono super veloce. L’arrivo è sempre la parte più traumatica: vedi il gonfiabile in lontananza, l’orologio dice che mancano poche centinaia di metri però mi sembra di correrli in slow motion.

L’arrivo non arriva mai, è sempre troppo distante!

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Ritirata la medaglia, mi asciugo e attendo Jessica. Festeggiamo la nostra vittoria, rispondiamo ai messaggi degli amici e andiamo a mangiare una pizza. Un pizza con una birra fresca, buonissima che ci ristora meglio del the caldo.

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Una giornata di sport e di festa. Una giornata di amicizia e sorrisi, che prendo come punto di partenza per Cannes. Ora posso iniziare a contare i giorni che ci separano da questa avventura e macinare chilometri. Ho capito che non devo farmi spaventare dalle salite, gestendo la gara al meglio non sono così ostiche come pensavo.

Inizia il conto alla rovescia, contate con noi!

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Basta scuse!

E’ stata un’estate davvero strana dal punto di vista della corsa e dei miei allenamenti.

Complice il caldo esagerato e un po’ di problemini fisici che mi hanno accompagnato riuscire ad uscire  anche per un solo piccolo allenamento è stato davvero duro e difficile per me. Diciamo che ogni motivo e pretesto per non correre era buono. O comunque per rimandare il momento della corsa.

(Ovviamente sempre per delle ‘buone ragioni’).

Ho cercato in ogni modo di ritrovare un po’ dello spirito e dell’entusiasmo di altri momenti, in cui correre non dico che fosse la mia priorità, ma in cui sicuramente riuscivo a trovare sempre la voglia e l’energia di allacciare le mie scarpette da running ed uscire. Anzi, le scuse erano quelle che trovavo per non restare in casa ed andare a correre!

Per il resto c’era sempre tempo (la casa, la famiglia, il lavoro… 😉 ).

Per un discorso di ‘sopravvivenza’ dalla vita di ogni giorno la corsa era vitale per me.

Poi, però ad un certo punto, questa spinta per me è diventata sempre meno forte e importante.

Complice un paio di corse andate un po’ così così (soprattutto a causa del caldo e dei problemini fisici di cui prima) e la delusione provata successivamente, il mio entusiasmo è andato diminuendo sempre più, fino a dovermi quasi imporre di uscire per rispettare un minimo l’impegno preso e gli obiettivi prefissati per i prossimi mesi.

Che cosa mi è successo? Ho letto che è una cosa che capita a tanti runner, ne parla anche Muramaki nel suo bellissimo libro ‘L’arte di correre’ definendola Runner’s blues. E’ quel progressivo sentimento di disaffezione verso la corsa, di scoramento e di perdita di interesse che di solito chi corre prova soprattutto dopo aver compiuto una grande impresa ed aver affrontato un grande risultato (non è questo il mio caso ovviamente!).

Capita anche dopo un infortunio, o dopo una serie di eventi che ci hanno fatto un po’ scontrare contro la fatica e la difficoltà di riuscire ad ottenere i risultati che speravamo.

Io sto cercando di combattere questa sensazione da tutta l’estate, ma è davvero difficile in certi giorni.

Per me la corsa deve anche (se non soprattutto!) essere divertimento e leggerezza e non riuscire a viverla così mi fa sta male davvero.

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Fare foto sceme mentre corro? Mi aiuta a ritrovare il sorriso nella fatica!

Sto cercando di trovare tutti i modi e trucchi possibili per spingermi e motivarmi, ma certi giorni c’è questa vocina nella testa che ha la meglio e mi convince a starmene a casa sul divano piuttosto che uscire a correre per sentirmi lo stesso poco soddisfatta. Quanto la odio questa vocina!

Alla fine della giornata aver lasciato che prendesse il sopravvento mi fa sentire ancora più arrabbiata con me stessa e, di sicuro, mi dà ancora meno motivazione per correre la volta successiva. E’ come un circolo vizioso da cui diventa difficile uscire: meno corri e meno forza e voglia hai di correre.

In queste ultime settimane sono riuscita a riprendere con maggiore costanza, ma sono sempre alla ricerca dell’entusiasmo e della voglia di correre di prima.

Ci sto provando davvero e, anche se certi giorni non è per nulla facile, mi rendo conto che ogni volta che ci riesco va sempre meglio e la voglia di darsi da fare aumenta sempre di più. Spero davvero di essere sulla strada giusta per ritornare a correre con la gioia e la leggerezza nel cuore!

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Fate il tifo per me. Ne ho bisogno 🙂

E a voi? E’ mai capitato di passare un periodo così? Come avete fatto a superarlo?

Ogni suggerimento o consiglio è benvenuto!

 

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StraWoman Monza 2015

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Oggi la città di Monza si è colorata di un fiume rosa formato da migliaia di donne sorridenti che hanno attraversato le vie del centro.

La StraWoman è un evento dedicato alle donne, a tutte le donne! Non solo alle runner!!

Ci sono bambine, ragazze, mamme, mamme con le carrozzine, tantissime nonne, c’è chi porta il cane con tanto di pettorale e qua e là spunta anche qualche maschietto.

Ho visto un omone con la barba super palestrato e tutto tatuato correre con la magliettina rosa della StraWoman. Chissà perché, forse per la sua ragazza… forse per la moglie, o forse per divertirsi con le amiche.

Prima della partenza grande raduno in una Piazza Trento e Trieste gremita di magliettine rosa saltellanti a ritmo di Zumba. Sul palco ci sono delle magnifiche istruttrici di fitness che insieme a Fabio Marelli di Discoradio caricano di euforia la folla. 

Riscaldamento

Partecipo per il terzo anno consecutivo alla StraWoman, con due delle donne più importanti della mia vita… mano per mano, per non perderci, raggiungiamo il centro della piazza e proviamo ad unirci al gruppo danzante. Ridiamo tantissimo scontrandoci come pinguini alla ricerca del ritmo. Per qualche ora il nostro unico impegno vogliamo sia quello di sorridere e dedicarci del tempo insieme.

Dopo aver saltellato per una buona mezz’ora senza aver trovato né ritmo né coordinazione ci ritroviamo alla partenza. Non è una gara competitiva e noi alterniamo la camminata alla corsa a seconda dell’argomento intavolato con le nostre compagne di percorso.

C’è chi ha trascinato amiche meno sportive che vorrebbero fermarsi alle pasticcerie lungo la strada per un cappuccio e una brioche… mentre c’è chi vorrebbe festeggiare già il primo chilometro con uno spritz!

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Sorridono tutte… e ognuna ha la propria storia. Chissà di quali incastri tante sono state capaci per riuscire a strappare 2 ore alla famiglia o al lavoro. Chissà quante hanno superato o hanno marciato fingendo di dimenticare preoccupazioni e scadenze.

Non ho cronometrato questa “corsa”…. la felicità non si misura.

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Runner dietro le quinte

The Color Run – Autodromo di Monza, 12 Settembre 2015

Prendi tante persone che non si conoscono fra loro, ma che hanno voglia di far parte di un progetto importante (quello di Rare Partners), donando una briciola del loro tempo, e di portarlo avanti con il sorriso.

Mettile insieme in un luogo suggestivo, in una giornata di festa.

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Digli che l’unico obiettivo che hanno è quello di far divertire la gente, ricoprendola di polvere rosa e fornisci loro armi di divertimento di massa e munizioni relative.

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Accendi la musica a palla e metti qualcuno al microfono libero di dire tutto quello che gli passa per la testa.

Aggiungi un paio di Matte in fuga.

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A questo punto nasconditi e aspetta.

Al via vedrai persone, normalmente posate e tranquille, trasformarsi in animatori scatenati e fuori di testa, veri e propri killer del colore.

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Questa è la The Color Run vista dalla parte del volontario: una figata pazzesca! Faticosissima, ma pur sempre un’esperienza meravigliosa.

Grazie a Rare Partners, ai Podisti da Marte, allo staff scatenato del punto rosa, ai runner sconosciuti che si sono fermati ad abbracciarci, a quel tizio che ci ha spruzzato vino rosso, ai 20.000 partecipanti che ho avuto il piacere di colorare di rosa, a quella pazza che ha rotto il labbro a Roberta con una testata (per errore).

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Ciao, che fate?

Passate bene le vacanze? Tornati carichi per un autunno pieno di impegni podistici e non?

Ebbene, dopo le vacanze di Barbara raccontate su Endu eccovi le mie: tre settimane al mare e da sola con Attila e Barbarossa.

In luglio i santi nonni hanno portato con loro al mare i nanetti, permettendoci di non iscriverli a nessun centro estivo e beneficiando dell’aria marina. Quindi, per quel mese (nonostante il caldo africano che attanagliava Milano) ci ho picchiato duro con la corsa, in previsione anche di un agosto magro di attività fisica vera e propria.

Prima di partire per raggiungere la prole però ho pianificato un piano d’azione che non prevedeva che io poltrissi tra lettino da spiaggia e mare. Mi sono organizzata ed ho portato un materassino da ginnastica (comunque abbigliamento e scarpe da corsa – non si sa mai) ed ho scaricato alcune app per ipad che mi permettevano di fare ginnastica in casa tutti i giorni ad alto impatto. Almeno mantenevo il tono muscolare e un pochino di cardio.

Ho anche scoperto una bellissima iniziativa di #instagrammiamocaorle tutta gratuita che mi permetteva di fare una gita in bicicletta con i bambini per le zone meno conosciute di Caorle. 12 km di divertimento insieme ad altre famiglie e un viaggio che mi ha portato a scoprire degli angoli poco conosciuti della laguna, seguito da un gustoso aperitivo. E per una mamma #almaredasolaconduefiglipiccoli era una manna dal cielo!

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Quindi non avendo la corsa come valvola di sfogo mi sono dopata di addominali, crunch, push up, squat. Un’ora al giorno in cui allenavo i muscoli e la mente. Cavoli, mi trovo un corpo un po’ più tonico e un pochino asciugato. Poi con l’abbronzatura sto benissimo. Mi sono fatta anche le unghie fucsia per darmi ancora più grinta.

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Al mio rientro a casa di sabato già pregustavo l’uscita della domenica mattina… ma niente, quel giorno mi sono girata dall’altra parte a dormire. Il lunedì pure e martedì mi hanno sbattuta fuori di casa a correre. Mica si può dormire all’umido qui, avevo in ballo l’iscrizione alla Mezza di Monza del 13 settembre e il mister reclamava i chilometri nelle mie gambe. L’ultima settimana di agosto ricomincio a correre e sorprendentemente corro più veloce di luglio. Viaggio bene il martedì ed esco a correre anche il venerdì. La domenica provo i 10km e li faccio tutti d’un fiato. Allora forse staccare la spina dalla corsa e dedicarmi al potenziamento non è stato totalmente sbagliato.

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La prima settimana di settembre devo macinare strada e in tre giorni faccio 20km per poi il lungo della domenica. Vado, corro… è dall’infortunio di marzo che non vedo questi numeri sull’orologio e la mia autostima cresce.

Ora ci siamo, domenica è la giornata della gara. Credo di affrontarla meglio a livello fisico della mezza di Milano Marittima e più consapevole di quanto sia ostico il percorso rispetto alla Stramilano.

Comunque vada, sarà sicuramente un successo: Mezza di Monza, yes I can.

Marathon des Alpes, presto ci incontreremo!

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Lo yoga non è uno sport (attendo linciate)

Ho sempre pensato che fare yoga fosse una “roba da FdL*”, di chi si sente figo ed esegue posizioni molto spettacolari, ma poi nella sostanza non faceva niente. Era solo l’occasione buona per vestirsi molto new age e usare termini che solo gli amanti del genere potevano capire. Mi sbagliavo, quanto mi sbagliavo: gnuranta io!

Ne parlo in ufficio con una collega e mi incita a farlo “non è così difficile, devi solo prendere la mano e poi ti viene tutto naturale” peccato che lei pratichi yoga da 10 anni (ma l’ho scoperto dopo)

Ho fatto la una lezione prova grazie a Brita lo scorso 8 luglio e non è andata propriamente bene. Sembravo un elefante dentro un negozio di cristalleria e sudavo come una dannata. Davanti a me vedevo Barbara e Jessica che eseguivano gli esercizi con armonia, anche se forse non erano perfette nell’esecuzione sicuramente erano molto più scolte di me. Al mio fianco avevo Roberta, alla quale ogni tanto lanciavo qualche occhiata implorante, cercando incoraggiamento. Piega, allunga, saluta il sole. Fai asana, posizione del guerriero, quella del loto (o almeno credo d’aver sentito queste parole). Ero cotta ed abbiamo fatto solo 30 minuti. Questo era definitivo Yoga Dinamico.

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A fine lezione l’insegnante ci consegna il suo bigliettino da visita e scopro che lo Studio per il quale lavora è vicinissimo al mio ufficio. La sera navigo un po’ in internet e scopro pure che tengono lezioni in pausa pranzo. Compro subito un pacchetto da 5 lezioni, hanno anche l’Ashtana Yoga (che sembra meno dinamico e più in linea con il mio non essere in linea) quindi sono ottimista: ce la posso fare. Lo dicono tutti che “chi pratica yoga riscontra benefici nella vita quotidiana e nell’attività sportiva“.

Che vuoi che sia, vado a correre costantemente. Faccio sport da una vita e tengo pure famiglia. Sono una tosta (penso), spaccherò il mondo.

Arrivo bellina e carica. Vestita sportiva, ma non “in tiro”. Prendo il tappetino, l’asciugamano e mi metto in prima fila. Quando l’insegnante chiede se ci sono delle principianti, alzo solo io la mano. OMG mi sento un po’ sfigatina io adesso.

Va bene, iniziamo. La lezione dura solo un’ora, ce la posso fare.

Dopo 10 minuti ero fradicia (l’aria condizionata era accesa, ve lo assicuro). Ma capisco la prima serie di esercizi, peccato che quando inizio a farli in modo decente l’insegnate cambia la sequenza. E così via, per un’ora: allunga e inspira, piega ed espira. Non pensare, esegui. Mi guardavo intorno e mi sentivo molto il brutto anatroccolo che sguazza nel suo sudore. Tutte le altre erano fighissime e rilassate, io ero tesa e non riuscivo ad arrivare “in alto” quando loro. La gentilissima insegnante capisce la mia buona volontà e mi aiuta nelle posizioni più difficili e scopro che posso allungarmi anche io, che potrei diventare brava almeno la metà delle mie compagne di stanza.

A fine lezione esco tutta soddisfatta e tronfia. Contenta della mia scelta di aver provato questa disciplina e realizzo che per un’ora ho fatto un’attività fisica intensa e ho staccato la spina al cervello.

Chiamo il mister per dirgli le mie impressioni e mi sento dire “cosa pensavi, che fosse una passeggiata, solo stretching?” … ecco, cosa pensavo che fosse?! Bene ora ho cambiato idea: non è una “roba da fighetti” e il giorno dopo avevo pure dolorini a certi muscoli che non sapevo neanche di avere.

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Adesso continuo con le mie lezioni fino a settembre per capire a pieno dei benefici che posso godere e poi magari continuerò una volta a settimana. Mi piace.

* Fdl = Figa di Legno, in milanese è riferito a qualcuno che se la tira in modo esponenziale senza averne ragione

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Quattro passi in Franciacorta

Metti una serata d’estate con caldo e umidità e temperature davvero eccezionali.

Quale è secondo voi il modo migliore per decidere di trascorrerla?

Ovviamente, se parliamo di #matteinfuga, è quello di farlo correndo!

Siamo pazze a pensare di correre con questo caldo e in queste condizioni? Un pochino si effettivamente, ma quando arriviamo a Camignone, in provincia di Brescia, nel cuore della Franciacorta, mi rendo conto che di  matti ce ne sono tanti altri. L’aria è calda, caldissima, ma il ‘clima’, come in molte di queste gare, è allegro, rilassato, coinvolgente. Quando arriviamo ci sono tanti atleti e runner già pronti che gironzolano per la zona del ritiro pettorali e della partenza. C’è chi scatta foto, chi saluta vecchi amici e chi ne incontra ‘dal vivo’ alcuni per ora solo ‘virtuali. C’è chi sta finendo di cambiarsi, chi beve integratori, chi fa stretching, chi chiacchera per allontare la tensione e chi invece si isola per trovare un po’ di concentrazione.

Io adoro questi momenti che precedono le corse: mi piace guardarmi attorno e mi innamoro ogni volta di questa bellissima comunità del mondo runner. Mi piace viverne l’atmosfera, in cui è palpabile l’adrenalina di chi si sta per affrontare una sfida con se stesso, in cui ci si sente (al di là dei ritmi, della preparazione, della griglia di partenza ecc) tutti uniti e simili e pronti a correre verso una meta comune.

E’ un momento quasi magico, un po’ sospeso nel tempo. In cui parli, parli, parli (almeno questo è il mio caso! 😀 ) per cercare di allontare la tensione e l’ansia che comincia ad assalirti. In cui parli, parli, parli (sempre io!) ma in cui la testa è già concentrata sulla fatica che ti aspetta, sulla paura di non riuscire ad arrivare al traguardo, sulla paura di deludere un po’ chi è lì con (e per) te.

Io arrivo sempre un po’ impreparata a questi momenti: non ho ancora nessun rituale, nessuno schema di preparazione in vista di una corsa da seguire. Ed è sbagliato. Devo cominciare a preparmi con maggiore metodo. In vista degli obiettivi futuri non è positivo tutto questo, ma mi rendo conto che ogni volta che corro imparo qualcosa in più guardando e studiando gli altri e ogni volta aggiungo un piccolo pezzo alla mia esperienza di runner.

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Questo è il racconto fotografico di un sabato sera diverso: di un sabato sera di corsa, di amicizia, di caldo e di allegria. Questo è il racconto per immagini di una corsa bellissima, in mezzo a vigneti, ville, castelli. Con un sole al tramonto a rendere tutto più magico.

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Questo è il racconto di ‘una doccia durata 13 km’ (come ha ben scritto Barbara su Fb!), è il racconto di un grandissimo lavoro da parte di tanti volontari che hanno sfidato anche loro caldo e afa per offrirci ristoro e assistenza. E’ il racconto dei vecchini che lungo la strada ci salutavano e ci incitavano, ci ‘innaffiavano’ (nel vero senso della parola!!)  perchè ci vedevano accaldate e forse anche un po’ disperate!

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E’ il racconto di un’amica matta che non mi ha abbandonato nemmeno un secondo, che ha mandato un po’ all’aria tutti i suoi progetti per la serata, per starmi accanto, spronarmi, cazziarmi quando volevo mollare, darmi la mano e offrirmi un appoggio quando la testa girava per il caldo e la fatica e mi sembrava di svenire.

E’ il racconto di questi 13 – sudatissimi – km fatti correndo, camminando, ridendo, scattando pure foto sceme qua e là, ma arrivando al traguardo, insieme. Grazie Barbara, amica e sostegno (sia fisico che psicologico!) impossibile da descrivere a parole. Ormai nelle nostre corse ci stiamo trasformando in Sandra e Raimondo e devo dire che la cosa mi diverte parecchio!

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E’ il racconto della prova (ancora una volta!) di quanto siamo diverse e in qualche modo complementari noi 4 matte: ognuna con il suo carattere, con i suoi punti di forza e le sue debolezze. Siamo nate quasi per gioco e invece ci stiamo trasformando in una squadra vera e propria: stiamo imparando piano piano l’una dall’altra, cercando piano piano di incastrare tutto ciò che siamo e che sentiamo in questo nostro bellissimo progetto.

Che non è solo la Maratona finale che ci aspetta a Nizza, è una sfida continua, un lavoro incessante e quotidiano.

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E se c’è qualcosa che sto scoprendo giorno per giorno è che unite possiamo davvero arrivare lontano.

Vi voglio bene matte!

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BRITA Experience

E poi succede…dopo mesi di lavoro ricevi una telefonata e ti invitano ad un evento: il primo evento ufficiale delle Matte in fuga.

Che fai? Rifiuti? Ma no, ovvio che accetti.

E non importa se fra noi c’è chi ha fatto 300 km per raggiungere Milano spostando la famiglia,  chi ha annullato una riunione importante, chi ha dovuto prendere un permesso, chi ha dovuto incastrare le cose come in una complicata partita a Tetris.

L’8 Luglio all’appartamento Lago in Brera al Brita Experience organizzato da Brita c’eravamo tutte e quattro, unite dalla voglia di vivere una nuova avventura.

La cosa certa è che abbiamo fatto bene ad esserci.

Brita, marchio che lavora per migliorare e permetterci di bere e gustare l’acqua che scorre dai nostri rubinetti, ci ha regalato una vera e propria esperienza multisensoriale con il sapore di un pomeriggio fra amiche più che quello di un evento formale.

Utilizzo abitualmente i prodotti Brita, ma non avevo idea dell’attenzione al relax e al benessere che questa azienda mette in campo. Una sorpresa positiva.

Abbiamo avuto modo di affrontare un vero e proprio viaggio fra la cura e la scoperta di sé, semplicemente muovendoci fra quattro stanze allestite per l’occasione. Un percorso in cui tutto ruotava, ovviamente, intorno all’elemento acqua.

Yoga Room

Noi, che normalmente corriamo, ci siamo cimentate in una lezione di yoga. Ci siamo messe alla prova con una disciplina decisamente diversa e…ci è piaciuta. C’è chi fra noi ha già prenotato delle lezioni. C’è chi lo farà a breve.

Su quei tappetini abbiamo lasciato un po’ di stress e di tensione e abbiamo scoperto una nuova passione.

Nello yoga, panta rei: tutto scorre. Proprio come l’acqua.

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Blind Test Room

Dopo lo yoga siamo passate nella Blind Test Room dove ci hanno bendate. per giocare con i sapori…dell’acqua. Sì, dell’acqua avete capito bene. L’acqua non è sempre uguale e non ha lo stesso sapore. Tutte e quattro siamo riuscite a riconoscere l’acqua filtrata con la caraffa Navella, la cui funzione è quella di migliorare il gusto dell’acqua di rubinetto riducendo sostanze come cloro, calcare e alcuni metalli.

Ho anche scoperto che le caraffe che svolgono questa funzione non sono tutte bianche e noiose, ma sono prodotte in un arcobaleno di colori e in graziose fantasie e sono state anche insignite del Red Dot Design Award (uno dei maggiori e più importanti premi del design mondiale) e che Brita non produce solo caraffe, ma anche una borraccia che filtra acqua utilissima per chi fa sport. Neanche a dirlo fantastica per noi che corriamo!

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Tea Room

Nella tea room abbiamo avuto la possibilità di degustare il tè come da tradizione millenaria con un rituale, quello del Gongfu cha, in cui si susseguono brevissime e numerose infusioni, ognuna con la sua particolare sfumatura di colore, Inutile dire che l’acqua filtrata esalta profumi e sapori del tè.

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Cromo Test Room

Che i colori possano influenzare il nostro equilibrio e sono indispensabili per ritrovare armonia nel corpo e nello spirito già lo sapevamo, ma che potessero dire così tatto di una persona forse non ce lo aspettavamo.

Nella Cromo Test Room ci siamo messe in gioco con un un test e abbiamo messo a nudo una parte di noi in un clima di confidenza e di amicizia.

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 Eccoci immortalate attente, curiose e anche un po’ stupite

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Abbiamo lasciato l’appartamento Lago con tantissimi spunti di riflessione e anche qualche consiglio.

Un pomeriggio perfetto per noi Matte attente al relax e al benessere…grazie Brita!

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