Ad un certo punto nella vita di un runner può capitare qualcosa che lo obblighi ad uno stop forzato.
E, per il malcapitato, si scatena l’inferno.
Inutile dire che a me è appena successo, ed è la seconda volta nel giro di un anno.
Il runner quando non può correre è come una tigre in gabbia, sconsigliato stargli vicino. Se proprio volete stare con lui portatelo in zone dove non corre nessuno: occhio non vede cuore duole meno.
Un anno fa ho scoperto di avere un’ernia (ma quante ne ho?) e ho dovuto fermarmi a riposare, a fare fisioterapia e Tecar, prima di ricominciare a correre.
Un mese fa ho iniziato a seguire una tabella di allenamento per principianti in preparazione della tanto sognata prima mezza, abbinando diligentemente sedute di cross training che mi hanno caldamente consigliato, ossia sport diversi dalla corsa per far capire al corpo che ci sono vari tipi di movimento.
Non potendo più far passare come cross training le passeggiate con i cani, la bicicletta con i figli, la spesa spingendo il carrello e le sedute con il ferro da stiro ho intrapreso l’avventura di un breve corso di nuoto che mi permettesse di apprendere lo stile giusto per non peggiorare la situazione dell’ernia. Il mio corpo deve aver frainteso.
Sabato scorso, dopo una bella nuotata, sono uscita dall’acqua e…sono rimasta letteralmente piegata a 90°, bloccata.
Il primo pensiero è andato alla corsa, alla tabella, al prossimo giorno di allenamento. Panico.
Ho zoppicato fino alla farmacia più vicina dapprima implorando il farmacista di compiere un miracolo, farmi tornare in posizione eretta e non sentire più il dolore, poi minacciandolo “perché io domani devo fare il lungo, capito?” e poi facendogli gli occhi dolci sperando che mi vendesse a poco prezzo la pozione magica per correre e non fermarmi più.
Il dolore non passa, di correre non se ne parla, figuriamoci fare il lungo.
Non corro da giovedì 16 Aprile. Un’infinità di tempo. Temo di non ricordarmi neanche più come si faccia.
E la crisi d’astinenza è arrivata puntuale…
Per sfogare lo stress ho cercato di sostituire la corsa con attività alternative (non proprio ideali per la schiena, però)
ma ho finito solo con il mangiare una quantità di cibo che avrebbe potuto sfamare tutti gli iscritti ad una maratona
(Aperitivo di sabato, ad esempio)
Una mattina colta da ottimismo sono persino andata dal parrucchiere (io che ci vado una/due volte l’anno e solo per “una spuntatina”). Ho pensato “Faccio qualcosa per me” e sono uscita una schifezza. La parrucchiera ha approfittato del mio momento di tristezza e smarrimento per fare esperimenti sulla mia testa. Credo che la denuncerò’.
(Come darmi torto?)
Così in una sola settimana di astinenza mi ritrovo quasi bionda e in sovrappeso, inutile aggiungere con un principio di depressione.
Oggi vorrei ricominciare a correre in previsione anche della Wings for Life di domenica prossima. Per ora diluvia, vediamo se entro sera riesco.
Piano piano, zoppicando e con la pancia gonfia. Vado, eh.
Pistaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa